Come la cellula animale, la cellula vegetale è una cellula eucariota, cioè una cellula che contiene un nucleo ben distinto, che a sua volta contiene il materiale genetico.

E come per le cellule animali, più cellule vegetali messe insieme formano tessuti e organi.

Purtuttavia esistono anche delle differenze fra queste due tipi di cellule.

Strutture presenti nelle cellule vegetali come in quelle animali

Vediamo innanzi tutto quali sono le strutture che le cellule vegetali hanno in comune con le cellule animali:

  1. Dna
  2. Citoplasma
  3. Ribosomi
  4. Membrana plasmatica
  5. Reticolo endoplasmatico ruvido e liscio
  6. Mitocondri
  7. Perossisomi 
  8. Apparato di Golgi
  9. Citoscheletro

Partendo dall’esterno della cellula vegetale, troviamo la membrana cellulare, che serve per proteggere la cellula e conferirle una forma poligonale, più rigida e non tondeggiante come quella animale. La cellula vegetale può essere anche 10 volte più grande di quella animale. 

Anche la cellula vegetale come quella animale è formata da un nucleo e dal citoplasma, una sostanza gelatinosa ricca di organelli. Il nucleo contiene il materiale genetico, il DNA, dove sono depositate tutte le informazioni per il funzionamento dell’organismo. Nel citoplasma sono presenti gli stessi organuli della cellula animale, esclusi i lisosomi (il compito degli organuli è svolgere diverse funzioni vitali della cellula). Questi sono mitocondri, ribosomi, vacuoli, reticolo endoplasmatico, apparato di Golgi. I mitocondri producono l’energia necessaria al funzionamento della cellula e svolgono importanti funzioni legate alla respirazione cellulare. I ribosomi sono piccole strutture che assemblano le proteine. I vacuoli nella cellula vegetale sono molto più grandi, questi contengono acqua, sostanze nutritive di riserva e di rifiuto che la cellula dovrà eliminare. Esistono due tipi di reticolo endoplasmatico, quello rugoso chiamato così perché formato da numerosi ribosomi che gli conferiscono un aspetto ruvido, e il reticolo endoplasmatico liscio, che invece è privo di ribosomi. L’apparato del Golgi è costituito da un insieme di sacche e vescicole che raccolgono e trasportano diverse sostanze all’interno della cellula. 

Strutture presenti solo nelle cellule vegetali

  1. Parete cellulare 
  2. Vacuolo
  3. Cloroplasti

La cellula vegetale è rivestita, oltre che dalla membrana plasmatica, da una parete cellulare esterna; questa parete cellulare di cellulosa attribuisce rigidità e capacità di mantenimento della forma alla cellula vegetale. Inoltre rappresenta una barriera fisica e chimica agli agenti patogeni. 

Nel citoplasma sono presenti anche grandi vacuoli e i plastidi (distinti in cloroplasti, cromoplasti e leucoplasti, in base al colore dei pigmenti fotosintetici). 

Nella cellula vegetale si riscontra un grande vacuolo, che è una specie di vescicola delimitata dal cosiddetto tonoplasto, una membrana molto simile a quella cellulare. All’interno di questo vacuolo sono contenute acqua e diverse sostanze tipiche delle cellule vegetali, che svolgono un ruolo di sostanze di riserva e sostanze di rifiuto. Fra queste sostanze vi sono acidi organici, alcaloidi, antociani, flavonoidi, inulina, oli essenziali, tannini. Queste sostanze svolgono un ruolo fondamentale per la conservazione dell’equilibrio osmotico tra la cellula e l’ambiente esterno. Questi vacuoli sono di piccole dimensioni e numerosi quando la cellula è giovane, mentre, al contrario, diventano più grandi e meno numerosi quando la cellula va incontro a processi di invecchiamento.

Fra i principali organuli non presenti nella cellula animale, ma presenti in quella vegetale, vi sono i cloroplasti. Questi sono plastidi, cioè piccoli organuli tondeggianti o a forma allungata, di colore verde, che contengono la clorofilla, una sostanza capace di catturare l’energia solare e utilizzarla per svolgere la fotosintesi clorofilliana: l’energia luminosa del Sole viene catturata dai pigmenti di clorofilla e viene convertita in energia chimica, utilizzando composti inorganici assorbiti dall’atmosfera (come l’anidride carbonica) e dal terreno (come acqua e sali minerali). 

Gli scopi della fotosintesi clorofilliana sono essenzialmente due:

  1. produzione di glucosio
  2. produzione di ossigeno

Il glucosio, prodotto tramite le trasformazioni chimiche che utilizzano i composti inorganici, serve come nutrimento fondamentale per l’alimentazione delle piante stesse.

Durante la fotosintesi clorofilliana viene prodotto anche l’ossigeno, attraverso una reazione chimica dell’acqua (la cosiddetta fotolisi), e questo consente di rifornire di ossigeno la terra e i mari.                       I processi di fotosintesi clorofilliana si svolgono infatti anche nei vegetali marini.